Come è nata Cà Neuva?
L’azienda è nata nel 1924 (quest’anno festeggiamo 90 anni!!), fu mio nonno a voler cominciare questa fantastica avventura. Dopo mio nonno, a capo della cantina, ci fu mio papà Celso.
Infine, dal 2001, sono io, insieme a mia moglie Silvia, che ho in mano il difficile compito di portare avanti l’eredità dei miei predecessori. Sicuramente c’è un immaginario filo rosso che è partito da mio nonno ed è arrivato fino a me: la grande passione per questo lavoro.
Che varietà coltivi e che denominazioni ti rappresentano.
Nelle mie vigne il protagonista è il dolcetto, il vitigno tipico di Dogliani. A fianco a questo vino coltiviamo anche la barbera, il nebbiolo e l’arneis. Senza dubbio la denominazione alla quale sono più legato è il Dogliani DOCG.
Dopo tanti anni di duro lavoro per valorizzare questo vitigno, nel 2011, abbiamo ricevuto la gratificazione della denominazione di origine controllata e garantita. È un vino con una potenzialità enorme e con due spalle larghe (un po’ come le mie) che ti fanno intendere che il bello deve ancora venire.
Quale messaggio vuoi dare con il tuo vino?
Con il mio vino vorrei dimostrare che la passione per l’enologia non è solo ad appannaggio di un ristretto gruppo elitario. Il mio vino vuole dare prova che si può ottenere una qualità molto alta senza dover far pagare una bottiglia cifre enormi.
Mi piacerebbe che molte persone si avvicinassero al mondo vitivinicolo senza la paura di poter solo degustare senza avere la soddisfazione di portarsi a casa una scatola di ottimo vino. Direi che da questo punto di vista la mia azienda è incanalata sui binari giusti.
Cosa ti lega di più al tuo territorio, e cosa ritrovi di questo nel vino che produci?
La mia famiglia ha le radici ben salde in questo territorio ormai da più di un secolo. Ci sono tre caratteristiche che si possono tranquillamente traslare dalla mia casata ai miei vini: Pazienza, Passione e Perseveranza. Chi lavora a stretto contatto con la natura sa che, a volte, essa sa essere imprevedibile e bisogna armarsi di buona pazienza. Una volta messo nelle botti il vino deve attendere diversi mesi (in alcuni casi anni) per poter essere bevuto.
La stessa passione che ha spinto tutta la mia famiglia fino ad oggi la possiamo trovare, ad esempio, in un vino come il Dogliani. Solo con la grande perseveranza che contraddistingue gli uomini e le donne delle Langhe si sono potuti raggiungere i grandi risultati degli ultimi anni.
Quali sono i sapori tipici della tua terra che ti piace abbinare di più ai tuoi vini?
Una caratteristica tipica dei miei vini è che ti possono accompagnare dall’antipasto al dolce. Le Langhe, oltre ai vini eccellenti, sono famose per l’ottima cucina.
Per l’aperitivo il vino indicato è sicuramente l’Arneis, per gli antipasti tipici (salumi, vitello tonnato) l’ideale è il Dolcetto base (Dogliani Cà Neuva), passando ai primi dove il piatto forte sono i Tajarin al sugo o i Ravioli dobbiamo abbinarci il Dogliani riserva (Sambù), con i secondi di carne (arrosti, bolliti, selvaggina) il protagonista diventa il Dogliani DOCG (Superiore), infine per il dolce mi piace farmi accompagnare dal Barolo.
Quest’ ultimo accoppiamento vi può sembrare inusuale e anche fuori luogo ma fidatevi veniteci a trovare e avrete una piacevole sorpresa.
Un tuo bel ricordo enologico.
Mi viene in mente una data: 1990. In molti durante le degustazioni mi chiedono quale sia stata, a mio parere, l’annata migliore e a questa domanda indico sempre la stessa data. Quella vendemmia fu straordinaria sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo; la grande quantità di uva ci portò a lavorare il doppio ma quando il vino uscì dalle botti e lo assaggiammo la soddisfazione fu enorme. Da allora ci sono state ottime annate ma nessuna di esse ha raggiunto i numeri di quella del 1990.
Il vino: passione solitaria o condivisa?
Il vino nasce come passione personale perché i gusti sono soggettivi ma trova il suo habitat naturale quando viene condivisa con altre persone. Il confrontarsi con gusti e pareri diversi è un’ottima opportunità di crescita personale. Ovviamente questa considerazione vale sia per i clienti, che vengono nella mia cantina, sia per me stesso. Il continuo dialogare con chiunque venga a trovarmi fa in modo che io non smetta mai di imparare.
Passioni a parte il vino: cosa ami fare nel tempo libero?
Anche se il lavoro è tanto cerco sempre di ritagliarmi qualche spazio per poter stare in famiglia e dare sfogo alla mia grande passione, i cavalli. Appena ho qualche ora libera salgo in sella e cavalco nei numerosi sentieri che abbiamo a disposizione nelle Langhe.
Un sogno, un rimpianto e un progetto.
Il sogno è quello che l’azienda Cà Neuva rimanga una realtà per il paese di Dogliani ancora per tanti decenni (e magari fare in modo che festeggi altri 90 anni); il rimpianto è che solo negli ultimi anni il Dogliani ha cominciato ad essere considerato un grande vino; il progetto è la creazione di un assemblaggio che contenga dentro di sé i primi novant’anni dell’azienda Cà Neuva.
Un messaggio agli amici di Svinando.
Invito tutti gli amici di Svinando a venirci a trovare presso la nostra cantina, così potranno per qualche ora immergersi nel bellissimo paesaggio delle Langhe e affrontare un tour enogastronomico tra i sapori e i profumi tipici del Piemonte.
Le Selezioni di Svinando Wine Club
Ecco alcune delle offerte che abbiamo riservato ai membri del nostro esclusivo Wine Club.
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