Analogamente alle uve autoctone a bacca rossa dello stesso territorio, quelle a bacca bianca di grechetto e trebbiano toscano e spoletino usate per il Montefalco Bianco vengono coltivate da secoli sulle colline umbre. Inizialmente erano utilizzate in minima parte nell’uvaggio del Montefalco, come testimoniano alcuni documenti del 1899. Nel 1979 però il disciplinare viene modificato, con l'esclusione dei vitigni a bacca bianca dal Montefalco rosso e la creazione di un disciplinare indipendente, aggiornato nel 1993. La denominazione prevede il grechetto come vitigno principale (in quantità superiore al 50%) affiancato dal trebbiano (20 - 30%) e da una parte di altre uve a bacca bianca non aromatiche.
Caratteristiche organolettiche del vino Montefalco Bianco DOC
Di colore giallo paglierino carico, si distingue per i profumi vinosi e fruttati. In bocca gradevolmente secco con note fruttate, facilmente riconoscibile e apprezzabile per la buona struttura. Adatto ad aperitivi importanti, regge il confronto con le carni bianche e i formaggi freschi.
Zone di produzione del vino Montefalco Bianco DOC
Il territorio consentito comprende i comuni di Montefalco, Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell'Umbria e Gualdo Cattaneo.
Vitigni consentiti
Minimo 50% grechetto, massimo 35% trebbiano toscano e spoletino, per la rimanente parte altri vitigni a bacca bianca non aromatici della provincia di Perugia.
Norme di produzione
- La produzione massima di uva deve essere di 13 t / ha
- Per i nuovi impianti e i reimpianti la densità non può essere inferiore a 3.500 ceppi / ha
- Il titolo alcolometrico volumico naturale minimo deve essere di 10,5% vol.
- Tutte le operazioni di vinificazione, invecchiamento e imbottigliamento, debbono essere effettuate nella zona DOC.
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