Difficile raccogliere in poche righe l’immenso patrimonio vitivinicolo di questa grande regione che, insieme alla Toscana, rappresenta per l’Italia ciò che Bordeaux e la Borgogna sono per la Francia.
Principali vitigni per la produzione dei vini piemontesi
Negli oltre 25.000 km2 di territorio piemontese per lo più pedemontano e montano nascono e crescono vitigni che hanno fatto la storia dell’enologia italiana e mondiale, come il nebbiolo, il dolcetto, la barbera, il moscato, solo per citarne alcuni. Ma esistono anche numerosi altri vitigni autoctoni, magari poco conosciuti, che regalano vini piemontesi di altissima qualità, eccellenze assolute.
Principali zone di produzione dei vini piemontesi
Possiamo idealmente suddividere la regione in otto zone principali, per lo più collinari, dove si raggruppano la quasi totalità delle 16 DOCG e 42 DOC piemontesi:
- Novara, Gattinara e Ghemme: nella zona a nord di Novara i vitigni maggiormente coltivati sono il nebbiolo, che qua prende il nome di spanna e dal quale si ricavano due eccellenti DOCG: Ghemme e Gattinara, vini di grandissima struttura; la barbera, la croatina e, a bacca bianca, l’erbaluce.
- Canavese e Carema: nebbiolo ed erbaluce, per la loro caratteristica di adattarsi al meglio a latitudini maggiori, sono protagonisti assoluti anche della zona a ridosso della Val d’Aosta: qui troviamo le denominazioni di origine controllata Canavese e Carema. Nel Canavese viene coltivato l'erbaluce, vinificato nelle tre versioni fermo, spumante e passito. Troviamo poi la DOC Colli Torinesi, nella quale sono ammessi, oltre al nebbiolo e alla barbera, anche la freisa e il dolcetto
- Monferrato e Roero: scendendo più a sud, tra le provincie di Alessandria e Asti, troviamo l’estesa area del Monferrato, nella quale vengono prodotti vini anche molto diversi tra loro, grazie alla variabilità pedoclimatica della zona. Il più celebre tra questi, anche al di fuori del Bel Paese, è con ogni probabilità il Moscato d’Asti DOCG, vino ottenuto dall’omonimo vitigno, dolce e dal grande impatto gusto-olfattivo. Nella zona attorno a Nizza Monferrato viene prodotta l’eccellente Barbera d’Asti DOCG cosi come la sua versione Superiore “Nizza” che è in fase di ottenimento di una propria specifica denominazione. Molto presenti sul territorio sono anche i vitigni autoctoni freisa, dolcetto (col quale si ottengono due DOC: d’Ovada e d’Asti) e ruchè; da citare, prodotto nell'alessandrino, il celebre Brachetto d'Acqui. A bacca bianca, oltre al già citato moscato, troviamo invece il cortese. A sinistra del Tanaro è importante segnalare la DOCG Roero, con i vitigni nebbiolo, barbera e arneis
- Langhe: alla destra del Tanaro troviamo invece le Langhe, celebri in tutto il mondo per le DOCG Barolo e Barbaresco in cui i vini omonimi sono ottenuti da nebbiolo in purezza. Il Barolo è un vino rosso tra i più pregiati e rinomati d’Italia e si produce nella totalità del territorio di tre comuni (Barolo, Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba) nei pressi della città di Alba, nel cuneese, e parzialmente anche nel territorio di altri otto comuni limitrofi: La Morra, Monforte d'Alba, Roddi, Verduno, Cherasco, Diano d'Alba, Novello e Grinzane Cavour. È un vino che si presenta di colore granato dai riflessi aranciati e si distingue al naso per un bouquet molto complesso che va dalle note fruttate di frutti rossi, alle note floreali di violetta, fino al goudron e alle spezie nei Barolo più evoluti. Sempre a base nebbiolo ricordiamo il Langhe Nebbiolo DOC. Da citare infine la DOCG Dogliani e il Dolcetto d'Alba DOC, vinificati entrambi utilizzando solo uva dolcetto.
Una regione dunque, il Piemonte, ricca di storia enologica e di vini di elevatissimo valore e qualità.
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